Quanto sono sicuri i BTP? quali sono i rischi di congelamento e default?

I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono titoli di Stato emessi dal Ministero dell’Economia e sono da molti considerati un investimento “sicuro”, spesso consigliato a chi non vuole correre rischi, ma è davvero così?
Nonostante la forte pubblicità su prodotti come il BTP Italia e il Valore, in realtà i rischi esistono sempre e sono diversi, vediamo di conoscerli e cercare di valutarli.
Uno dei rischi più importanti da considerare è il rischio di congelamento nel casi di problemi del sistema paese, poi ci sono le clausole di azione collettiva (CACs), il rischio di default e spesso meno considerato il rischio volatilità e cambio dei tassi.
Ti invito anche a leggere la guida sulla scelta dei BTP basandosi sulla curva dei tassi d’interesse.

Rischio di default e rating dell’Italia

Il rischio di default è la possibilità che lo Stato italiano non sia in grado di rimborsare il capitale o pagare gli interessi sui BTP in circolazione. Questo rischio è misurato attraverso il rating creditizio, assegnato da agenzie specializzate come Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. Attualmente, il rating dell’Italia è “BBB” per tutte e tre le maggiori agenzie, con outlook stabile.

L’andamento del rating è andato peggiorando a partire dal 2011 per poi stabilizzarsi poco sopra il rating “spazzatura”, nel caso si entrasse nell’area rossa lo spread potrebbe salire velocemente e le vendire fioccare sui BTP italiani.

Andamento agenzie di rating Italia

Spread dei rendimenti con i paesi europei

Un altro modo per valutare il rischio di default di un BTP è attraverso lo spread dei rendimenti. Questo è la differenza tra il rendimento di un BTP e quello di un’obbligazione considerata di massima sicurezza, come il Bund tedesco, il BTP avendo uno spread più alto indica un maggior rischio di default percepito dal mercato.

Dal 2008, lo spread dei rendimenti dei BTP è aumentato significativamente, riflettendo una crescente percezione di rischio da parte degli investitori. Oggi il BTP a 10 anni ha un notevole spread rispetto al Bund tedesco che lo rende uno dei titoli di stato più rischiosi nell’area Euro.

Rispetto ad altri Paesi UE
È anche importante confrontare il rischio di default dei BTP con quello di altri Paesi dell’Unione Europea, attualmente, il BTP a 10 anni ha uno spread più alto rispetto ai titoli di stato di Paesi come Spagna, Portogallo, Slovacchia e Grecia, questo significa che, secondo il mercato, investire in BTP è più rischioso rispetto a questi altri Paesi.

Nel 2024 il BTP decennale italiano ha un rendimento maggiore anche di quello greco, fatto che dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per i governi.

Come misurare il rischio di default dello Stato italiano: con i CDS

Il Credit Default Swap (CDS) è uno strumento finanziario utilizzato per coprire il rischio di default di un’obbligazione o di un’entità creditizia. Ad esempio il CDS dell’Italia a 5 anni è uno strumento di copertura che protegge gli investitori dal rischio di default dei titoli di stato italiani a 5 anni.
Funziona come un’assicurazione, in cui l’acquirente paga una somma periodica all’acquirente del CDS e in cambio riceve un pagamento in caso di default dell’Italia sui suoi titoli di stato a 5 anni.

Il prezzo del CDS è influenzato da diversi fattori, tra cui la percezione di rischio del mercato e la volatilità dei rendimenti dei titoli di stato italiani. Un aumento del prezzo del CDS indica un aumento del rischio di default percepito, mentre un calo del prezzo indica una diminuzione del rischio.

Il CDS dell’Italia a 5 anni è anche collegato allo spread dei rendimenti dei BTP a 5 anni, ovvero la differenza tra il rendimento dei BTP e quello dei titoli di stato considerati di massima sicurezza, come il Bund tedesco.
A questo indirizzo possiamo trovare diverse informazioni e grafici interessanti come questo sotto che mostra l’andamento negli ultimi anni.

credit default swap Italia a 5 anni

Dal valore dei CDS si può ricavare il rischio di fallimento degli Stati, ad esempio con un CDS intorno a 71 il rischio implicito di default è dello 1,19%, con un recovery rate del 40%, numero che dà un’idea del rischio ma è da prendere con le dovute cautele.

Rischio di congelamento

Il rischio di congelamento è la possibilità che lo Stato italiano decida di bloccare temporaneamente il pagamento degli interessi o del capitale sui BTP. Questo rischio è legato alla situazione economica e politica del Paese e può aumentare in periodi di instabilità o crisi finanziarie.

Cosa sono le CACs

Le clausole di azione collettiva (CACs) sono disposizioni inserite nei contratti di emissione dei BTP che consentono allo Stato italiano di modificare alcune condizioni del prestito (ad esempio, il tasso di interesse o la scadenza) con il consenso di una maggioranza qualificata degli investitori.
Queste clausole sono state introdotte nel 2012 per ridurre il rischio di default e facilitare la ristrutturazione del debito pubblico. Tuttavia aumentano il rischio per gli investitori di subire modifiche sfavorevoli ai termini del prestito e vanno considerate.

Non riguardano però i BOT di durata annuale o inferiore, mentre rientrano sui BTP futura, Italia e Valore.

Rischio volatilità: attenzione a tassi e rendimenti

Il rischio di volatilità si riferisce alla possibilità che i rendimenti dei titoli di stato italiani fluttuino in modo significativo.
Ciò può essere influenzato da diversi fattori, tra cui il cambio dei tassi d’interesse deciso dalla BCE, la percezione di rischio del mercato e i cambiamenti nella politica economica del Paese.
Un aumento della volatilità può portare a un’incertezza maggiore per gli investitori e potenzialmente influenzare i rendimenti dei BTP, ma soprattutto il loro prezzo.

Per comprenedere meglio la volatilità vediamo ad esempio il grafico del BTP trentennale 1Ag34 5% emesso nel 2003 e in scadenza nel 2034, il valore cambia molto nel tempo. Fino al 2022 il suo valore è stato molto elevato, considerando che la quotazione di partenza era ovviamente 100, perchè i tassi d’interesse europei erano bassissimi, così come “bassi” erano anche i rendimenti dei BTP, guarda come nel giro di pochi mesi il loro valore è sceso drasticamente a causa dell’aumento dei tassi deciso dalla BCE.

Altri BTP hanno visto il loro valore scendere molto sotto il 100, cosa ci insegna questa lezione?
Che più la scadenza è lunga più un BTP subisce gli influssi negativi o positivi dei tassi, e questo è da tenere in considerazione se non si è più che sicuri di portare a scadenza naturale l’investimento, che viene sempre rimborsato al valore nominale di 100.

Lascia una risposta